TANTI CAMBIAMENTI INCORAGGIANTI – Economia e prospettive – L’articolo di Massimo Valentini

cambiamenti

L’intervento di Massimo Valentini, Presidente della Fondazione San Giacomo della Marca su “il Resto del Carlino” di domenica 29 ottobre 2017

 

Guardando gli ultimi dati statistici relativi all’economia della Regione Marche non può non insorgere una seria preoccupazione. La crisi del mercato interno ha prodotto conseguenze negative soprattutto nel settore del commercio al dettaglio e nelle attività artigianali. E’ dell’altro giorno il dato sul consistente calo del numero delle imprese artigiane della regione, in particolare nella provincia di Fermo, come è recente anche il dato sul calo delle quote export dei settori produttivi, tra cui il settore calzaturiero, inoltre è visibile a tutti la falcidia delle attività commerciali nei centri cittadini.  Ma questi dati non descrivono tutta la dinamica della realtà in quanto sono presenti innumerevoli esempi di chi in questa situazione accettando la sfida del cambiamento cresce. Guardando al mercato al dettaglio si stanno vedendo  fatti nuovi, se da una parte c’è una quota consistente di imprese che pretende di continuare a svolgere la propria attività come lo si faceva 20 anni fa, sperando che le varie amministrazioni locali risolvano il loro problema, dall’altra abbiamo visto  attività che durante l’estate hanno iniziato a collaborare proponendo insieme  iniziative di strada con eventi e musica oppure il fatto che utilizzano in maniera sempre più attiva la promozione attraverso il digitale. Abbiamo visto piccole imprese turistiche e agroalimentari che stanno collaborando nell’entroterra promuovendo interessantissime iniziative che puntano sul turismo di relazione avendo eccellenti risultati, come l’iniziativa “Le Marche in Valigia” di Roberto Ferretti documenta. Abbiamo visto aziende che hanno affermato sempre più il loro brand cogliendo le dinamiche di mercato dell’ultimo decennio, facendo acquisizioni e creando delle filiere verticali che creano lavoro, come per esempio la Brosway di Lanfranco Beleggia testimonia adeguatamente. Abbiamo conosciuto in convegni svolti a Milano e Roma che ci sono aziende del nostro territorio, come il Calzaturificio Manuelita, che stanno investendo pesantemente nell’industria 4.0 anche in un settore come quello calzaturiero che si pensava potesse essere coinvolto marginalmente in questo programma di rinnovamento dell’industria italiana basato sull’innovazione e sull’automazione. Abbiamo visto uomini come Lele Medori che espulsi dal lavoro a 60 anni hanno trovato nuove vie guardano le esigenze delle persone che oggi iniziano a prediligere soluzioni come gli home restaurants.  Abbiamo visto in generale uomini di impresa e del lavoro che hanno messo in discussione la posizione raggiunta facendosi giudicare dalle nuove dinamiche di mercato, dalle nuove esigenze del  cliente, accettando di imparare nuovamente e aprendosi per questi nuovi apprendimenti a una diversa modalità di rapporto con fornitori e operatori dello stesso settore. Anche nell’amministrazione pubblica si osservano, anche se ancora timidamente, i primi segnali di cambiamento che non può che riguardare in primo luogo la collaborazione tra gli enti, come abbiamo visto  tra i comuni della zona montana dei Sibillini che hanno redatto un progetto  sulla valorizzazioni di quei territori finanziato dalla Regione Marche o i primi segnali di collaborazione tra le Amministrazioni Comunali che speriamo diventi nel tempo una integrazione dei servizi di cui i cittadini hanno bisogno.

E’ fondamentale guardare questi esempi perché sono attraenti e solo una attrazione può generare anche per altri una conseguente azione virtuosa. Attraenti perché si vede che l’esperienza del cambiamento corrisponde di più dell’essere riconosciuti bravi o del difendere una identità chiusa in se stessa, superando così una autoreferenzialità mortale, attraenti perché nella realtà c’è una positività irriducibile che però va scoperta in un lavoro in cui si fa l’esperienza che ciò che è stato raggiunto non è ancora sufficiente rispetto al nostro desiderio e al compito che abbiamo. Si scopre che siamo fatti per l’Infinito e questo ci fa costruire sempre.  Il futuro del nostro territorio ultimamente  poggia solo su questo

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