La crisi demografica del centro Italia – Il rapporto sulla ricostruzione

crisi demografica

Amandola – 3 dicembre 2017 – ore 10.00 – Auditorium “Virgili”

Sussidiarietà… e crisi demografica

Interventi sussidiari per lo sviluppo delle aree terremotate

 

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Dal rapporto del Commissario alla ricostruzione Vasco Errani, che ha recentemente lasciato l’incarico a Paola De Micheli,  ad un anno dall’avvio del terremoto che ha sconvolto il centro italia emerge che la popolazione ha subito un calo del 30% e che nei paesi del cratere c’è la più alta concentrazione di anziani in Italia.

Dalla prefazione del premier Paolo Gentiloni è evidente come come il cambiamento dovuto alla «ricostruzione deve rappresentare una rinascita, un’occasione di sviluppo e di rilancio di molti territori del “cuore dell’Italia».

Un disastro naturale che ha colpito una zona già di per se critica visto che il 25% dei 600mila abitanti colpiti ha oltre 65 anni di età e solo il 12% gli under14.  Si legge nel rapporto che in 107 dei 140 Comuni coinvolti la popolazione ha subito un forte calo nel periodo 1971-2011, «con tassi che in alcuni casi sfiorano il 30%», mentre nel resto d’Italia è cresciuta del 9,8%. In un’ottica di ricostruzione, la scarsa diffusione di imprese locali, metà della densità media nazionale, non è stata certo favorevole. C’è da dire però che le 25mila imprese agricole, il doppio della media, la fanno da padrone.

Nel rapporto Errani scrive che «l’obiettivo è quello di ricostruire la comunità», non solo le abitazioni, «di ricostruire un’identità e una voglia di futuro. Priorità quindi alle scuole e al lavoro, per contrastare lo spopolamento, per tenere qui le radici delle famiglie e il reddito».

Quali sono state le problematiche? La vastità dell’area innanzitutto, seguita da una scarsa «reattività dei proprietari», anche «a causa della complessità ricostruttiva determinata dalla necessità che la ricostruzione segua parametri di sicurezza assai elevati». La terza criticità è dovuta alla «preesistente fragilità della pubblica amministrazione locale in termini di conoscenze e competenze delle ridottissime risorse professionali a loro disposizione, non in grado di far fronte a una situazione imprevista e anomala e in una prospettiva di tempi di realizzazione che superano i mandati amministrativi». Da ultimo anche l’«inadeguatezza dimensionale delle strutture di supporto» ha fatto la sua parte. Tali struttura «predisposte per un evento di dimensioni contenute ora richiedono di essere ripensate al fine di supplire alle evidenti debolezze organizzative delle strutture locali».

In più passaggi il Rapporto evidenzia la necessità di coinvolgere il più possibile i cittadini nel processo decisionale della ricostruzione, ma anche se l’argomento sembra essere affronto più volte siamo ancora al punto di partenza. Al momento sembra che la cittadinanza possa presentare delle ma po come verranno effettivamente consultato nessuno lo sa ancora.

 

Fonte http://www.corriere.it/cronache/17_settembre_15/centro-italia-rischio-spopolamento-piano-autocritica-governo-8c1e70da-99f0-11e7-b63c-6f3b51a0dfe4.shtml
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